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Planet Manga, 1998 (Giappone, Tsubasa, 1997) |
“Un
giorno ci chiameranno: “un gruppo di martiri segnati dalla
maledizione” o “gente che ha fatto una strana azione”... “ma
quello che abbiamo dentro il nostro cuore rimane pur sempre un
sentimento puro.”
(Caporale
Daisuke Shibusawa)
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Shibusawa: ha varcatola linea che separe la vita dalla morte. |
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La "squadra speciale" all'attacco. |
Fin
da quando mi ricordo di aver studiato la storia a scuola, ricordo di
aver sempre provato interesse per la seconda guerra mondiale. Erano
tante le cose che m'incuriosivano ma prima fra tutte c'era il
fenomeno dei Kamikaze e cioè gli attacchi suicidi condotti dai
giovani piloti giapponesi, su aerei imbottiti di esplosivo, contro
la flotta alleata. Credo di non essere stato l'unico a pensare: “Ma
questi sono tutti scemi...” o “sono una manica di folli, di
esaltati...”. E ho continuato a pensarlo fino a quando non mi è
capitato tra le mani questo fumetto meraviglioso.
Ali
d'argento
mi ha aiutato a comprendere di più le motivazioni di questi giovani
soldati giapponesi. Perché leggendo quest'opera non traspare mai
odio, violenza, disperazione ma solo amore, sentimento. Sentimento
verso i propri cari immenso e profondo, lo stesso provato per il
proprio paese.
La
storia del caporale Daisuke
Shibusawa
commuove; siamo alla fine della seconda guerra mondiale quando il
caporale prende una decisione: “Madre:
ho fatto un passo.”
dice il valoroso caporale rivolgendosi all'amata madre. E il passo è
quello di diventare un pilota della squadra speciale. Un Kamikaze.
Ma
una volta partito per l'attacco suicida, il suo aereo ha un guasto
che lo costringe a tornare indietro e a rinviare di qualche giorno il
suo appuntamento con la morte, riflettendo così sulle motivazioni e
le sensazioni che l'hanno spinto a questa scelta.
Ve
lo dico subito, non è un fumetto che fa piangere, nonostante il
vortice d'emozioni in cui l'autrice ci trascina, ma è un fumetto che
fa riflettere: sulla vita, sui sentimenti ma soprattutto sulla
cultura di un popolo che molti anni fa era pronto a morire per il suo
paese e che ai nostri occhi è sempre apparso come fautore di
un'assurda esagerazione emotiva.
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Daisuke Shibusawa e la signorina Himeko: non si può amare a pochi giorni dalla morte. |
In
realtà la grande “arma” vincente di questo racconto è proprio
il fatto di coinvolgerci e farci capire quest'amore esagerato.
L'episodio della moglie di un sergente Kamikaze,
che si suicida assieme ai suoi figlioletti per liberare il marito dal
loro peso è fortemente rappresentativo così come lo è il commento
del protagonista alla tragica notizia che ha colpito il suo compagno
di squadra:
“Non è stato un suicidio, chiamala determinazione.”
Un
Giappone abitato da un popolo intriso di doveri verso il proprio
paese. Il senso del dovere che porta alla morte per amore di un paese
ma anche per amore dei propri cari. Un gesto agghiacciante ma
profondo, in cui si cela un profondo sentimento di libertà, in cui i
piloti della squadra speciale, come il caporale Shibusawa,
vedono il futuro del proprio paese. Un futuro che non potranno
vedere, che non potranno raccontare, un paese che non potranno amare
con le stesse intense emozioni con cui stanno vivendo gli ultimi
giorni della loro vita.
E
Ayumi
Tachihara
non vuole commentare i fatti, le scelte, i motivi di quello che era
il popolo giapponese, ma vuole che sia il lettore a trarne le sue
conclusioni. Attraverso un disegno realistico negli scenari e quasi
abbozzato nei personaggi, l'autrice ci riempie dei pensieri e delle
emozioni di quest'ultimi, pensieri ed emozioni che crescono sempre di
più quando la fine s'avvicina.
Ma
in questi uomini c'è anche la speranza: molto significativa la
sequenza in cui i serbatoi degli aerei, pronti a decollare verso la
missione suicida, vengono riempiti per intero nonostante la
consapevolezza di compiere un viaggio di sola andata.
Non
so che sensazione proverete dopo aver letto questa perla del fumetto
giapponese.
Io
posso solo dirvi che dopo averlo letto non ho più visto questa gente
come pazza o martire.
Ma
solo come uomini capaci come noi di amare.
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La lettera che parla di morte: moglie e figli del sergente "kamikaze" si sono tolti la vita. |
Curiosità:
il termine Kamikaze
non compare mai nel fumetto e i piloti suicidi vengono sempre
definiti con il termine Squadre
speciali,
ovvero le Tokko
(Tokubetsu
Kohgeki Tai).
Nel
fumetto l'autrice (e non l'autore, come erroneamente segnalato
nell'introduzione del volume) fa riferimento ad alcuni fatti storici
come quello nell'isola di Okinawa
dove, davanti a un contingente americano, tutte le donne si
suicidarono per timore d'essere violentate.
Nel
fumetto si cita anche una vecchia credenza giapponese secondo cui
tutti gli americani hanno gli occhi blu e quindi sono sensibili al
colore del mare.
Altre
edizioni:
Oltre quella consigliata, nessuna. Ma il fumetto si trova facilmente
su internet anche se a prezzo raddoppiato (da 13.900 lire 13 euro).
Ora (24 maggio 2013) è finalmente disponibile la ristampa Planet Manga a € 5,50 (costa MENO di quando uscì!).
RispondiEliminaUn saluto
Orlando
era ora... grazie Orlando.
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