Potete leggerla nella rubrica ESSENTIAL 11.
martedì 11 novembre 2014
Un uomo un’avventura
domenica 28 settembre 2014
giovedì 11 settembre 2014
domenica 7 settembre 2014
giovedì 7 agosto 2014
300: Hugo Pratt – Corte sconta detta arcana
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Milano Libri Edizioni, 1977 (Italia, Corte sconta detta arcana, 1974) |
“...Oggi
mi sono nascosto mentre mi parlavi e poi mi sono fatto una piccola
ferita per farti credere che mi era successo qualcosa. Ho voluto
regalarti un'emozione, Corto, perché ti voglio bene... Dio solo sa
quanto è brutto vivere in un mondo senza avventure, senza fantasia,
senza allegria... Dimmi che mi capisci Corto!...”
“Ti
capisco Rasputin... Ma so anche che sei ogni volta più matto!...”
“Potrei
ucciderti per questo.”
(Dialogo
tra Rasputin e Corto Maltese)
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Una bella immagine di Shangai Lil. |
Fin
dal suo epocale debutto
con la storia Una ballata del mare salato,
nel lontano 1967 (quasi cinquant'anni fa), Corto
Maltese è uno di quei rari personaggi su
cui l'autore ha costruito delle storie che mettono tutti d'accordo:
dal lettore popolare fino all'intellettuale più esigente; le storie
di Corto son
sempre riuscite a conquistare i lettori e il merito va sicuramente al
grande maestro veneziano che nel personaggio di Corto
Maltese è riuscito a far confluire tutte
le sue grandi passioni quali la storia, i viaggi, l'occultismo e
naturalmente l'avventura. Perché se c'è una cosa che accomuna tutte
le storie di Pratt
(che vedano o no protagonista Corto
Maltese) è proprio quel meraviglioso
senso d'avventura. E in questo Corte sconta
detta arcana resta a tutt'oggi, forse, il
miglior esempio d'avventura a fumetti di Pratt.
Ma
non solo.
Corte
sconta sembra quasi rappresentare un
nuovo inizio per le avventure di Corto,
reduce (se si esclude l'esordio della Ballata) da una serie di
indimenticabili storie brevi; in primis
per la durata importante della storia (oltre 170 pagine) e poi,
soprattutto, per lo straordinario risultato artistico e narrativo.
Credo si possa dire che con Corte sconta
detta arcana Pratt
raggiunge il momento più alto della sua carriera grazie a una
sintesi grafica perfetta e ad un racconto che rappresenta un'ottima
miscela d'azione e intrigo.
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Un rilassato Corto Maltese osserva Hong Kong. 1918. |
Vi
dico subito che è praticamente impossibile non rimanere ammaliati da
questa storia, ma soprattutto dal fascino di alcuni personaggi; se
da un lato Corto
mantiene sempre quel suo aspetto seducente e sognatore e se il suo
amico/nemico Rasputin
è sempre pronto a dimostrare la sua “amabile” crudeltà, d'altra
parte è anche vero che l'artista veneziano crea una serie di
comprimari tra i più riusciti della sua carriera e credo,
personalmente, che l'attenzione cada in particolare su due di questi:
la bella e rivoluzionaria Shangai Lil,
che a tratti rischia di rubare la scena al buon Corto,
e l'aristocratica duchessa Marina Seminova,
affascinante e triste proprio come Corto
e con un sogno inseguito da tutta una vita. Questi personaggi insieme
ad atri come Bocca Dorata,
Jack Tippit, il barone
Von Ungern e il
generale Semenov, sono
delineati da Pratt
con una personalità che lo ha reso il maestro tutt'oggi ricordato e
acclamato e la storia che li vede protagonisti è quanto di meglio un
lettore di fumetti possa desiderare.
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Rasputin, nemico/amico di Corto fin dalla sua prima avventura. |
Si
parte dalla Hong Kong del 1918 (dopo un brevissimo prologo veneziano)
ottimamente rappresentata nelle tavole introduttive, e qui avviene il
rincontro tra Rasputin
e Corto Maltese.
Quest'ultimo viene ingaggiato da una società segreta rivoluzionaria,
denominata Lanterne Rosse,
per rubare da un treno l'oro imperiale russo. E così Corto
e Rasputin si
ritrovano catapultati in zone come la Cina, la Mongolia, la Manciuria
e soprattutto la Siberia, in un crescendo di ritmo e di azione che
porterà a delle conseguenze che potrebbero cambiare il destino del
mondo. Qui Corto
non ha il mare come compagno e alleato (che appare fugacemente in
qualche tavola) bensì un paesaggio siberiano innevato e freddo, che
rappresenta un ostacolo per il nostro protagonista ma, al contempo,
un elemento suggestivo per il lettore; un paesaggio, quello
siberiano, in cui Pratt
costruisce alcune delle sequenze d'azione migliori della sua
fortunata carriera, tra aerei, treni blindati e duelli corpo a corpo.
Ma ciò che contraddistingue Hugo Pratt e
il suo modo di fare fumetti è proprio il fatto di rendere una storia
ricca d'intrigo e carica di riferimenti storici, perfettamente
apprezzabile da qualsiasi tipo di lettore; quando si legge una sua
storia l'attenzione del lettore resta sempre desta anzi, si tenta di
continuo di cogliere tutti i riferimenti storico-culturali
letteralmente disseminati nelle sue avventure, come un vero e proprio
marchio del suo lavoro.
Del
resto fu lo stesso Pratt a
coniare l'espressione “letteratura disegnata” parlando del
fumetto e delle sue grandi potenzialità narrative. E non esiste
definizione più azzeccata per le opere del maestro veneziano,
instancabile uomo di viaggi e d'avventura, discendente da un grande
cartoonist americano come Milton Caniff e
che a sua volta innovò profondamente il mondo dei comics con le sue
fiabe a fumetti per tutte le età.
E
Corte sconta detta arcana
è ancora negli scaffali di tutte le librerie e a distanza di
quarant'anni, e dopo le varie ristampe in volume, non ha perso
neanche un briciolo di quella freschezza innovativa degli esordi,
anzi è uno di quei fumetti che più si legge e più acquista il
fascino dell'opera immortale. Come solo sanno fare i grandi
capolavori.
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Due bellissime tavole in bianco e nero tratte da Corte sconta: a destra il toccante addio tra Shangai Lil e Corto Maltese romantico avventuriero. |
Curiosità
La
principale fonte d'ispirazione per il titolo della storia fu una
corte realmente esistente a Venezia, Corte
Botera, che oggi è più nota proprio come
Corte Sconta;
questa corte si trova verso
Calle
Lunga Santa Maria Formosa ma essendo privata non è possibile
visitarla (a meno che chi vi abita dentro non ve lo consenta). A tal
proposito Pratt
ebbe a dire: “le
cancellate che sbarrano la strada cancellano la possibilità di
ritrovare importanti memorie e ci precludono la possibilità di
ammirare e apprezzare questi angoli della città.” La
parola sconto
deriva dal dialetto veneziano e sta a intendere qualcosa di nascosto,
mentre l'aggettivo arcano
implica qualcosa di occulto e misterioso.
Il
nome della protagonista
Shangai Lil
richiama quello dell'eroina a fumetti compagna di
Jim della Giungla,
famoso personaggio dei fumetti creato da Alex
Raymond negli
anni '30.
Come
spesso accade nelle opere di Pratt,
alcuni personaggi sono ispirati a personaggi storici realmente
esistiti: il personaggio del barone Von
Ungern
è ispirato al Barone Roman
Nicolaus von Ungern-Sternberg
detto anche il Barone
Nero
mentre il generale
Semenov
al Capitano
Grigorij
Michajlovič Semënov.
Stesso discorso vale per il personaggio di Rasputin
(compagno praticamente onnipresente nelle avventure di
Corto)
che Pratt
ricalca, fisicamente, sul vero Rasputin
ma attribuendogli un carattere completamente differente dal modello
originale.
In
merito alle tavole in cui compaiono veicoli quali treni, aerei e
armature varie, queste furono realizzate dall'amico e collaboratore
di Hugo
Pratt,
Guido
Fuga,
architetto con cui Pratt
collaborerà per tutto il resto della sua carriera. Altri storici
collaboratori di Pratt
furono il disegnatore Lele
Vianello
(che affiancherà il maestro nelle sue ultime opere importanti come
La
casa dorata di Samarcanda
e Mu)
e Franco
Ressa
che svolgeva l'attività di documentarista.
Da
Corte
sconta detta Arcana
il regista francese Pascal
Morelli
realizzò l'omonimo lungometraggio animato distribuito nelle sale nel
2002.
Negli
ultimi anni della sua vita Pratt
si dedicò ad adattare in forma letteraria alcune sue opere; dapprima
con Una
ballata del mare salato,
uscito nel 1995
e poi con Corte
Sconta
pubblicato postumo e portato a termine da MarcoSteiner.
Edizione
Consigliata
Trattandosi
di un'opera così importante e bella (e partendo dal presupposto che
una biblioteca debba essere varia) scelgo la prima edizione che la
Milano
Libri Edizioni
pubblicò nel 1977 in una un'elegante formato orizzontale cartonato
in una tiratura limitata di 5000 esemplari. Prefazione del grande
Oreste
Del Buono
e colori della brava Anne
Frognier
all'epoca moglie di Pratt.
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Una bella foto di Anne Frognier e Hugo Pratt. Anne ha colorato la prima versione di Corte sconta detta arcana. |
Altre
edizioni
Trattandosi
di Corto Maltese bisogna dire che le riproposte in
volume delle sue storie non sono certo rare, tutt'altro.
Da
segnalare l'ottima edizione cartonata realizzata dalla Lizard
nel 2000 (che, come per tutte le opere di Corto ha
realizzato anche una versione economica brossurata in bianco e nero);
una volta acquisita dalla Rizzoli sotto il marcio
Rizzoli-Lizard Corte sconta è stata ristampata
in un volume praticamente uguale che si differenzia solo per la veste
grafica.
Da
menzionare sicuramente le varie edizioni allegate ai periodici:
Gruppo editoriale L'Espresso (volume n. 6),
Mondadori-Panorama (prima uscita della collana I grandi
maestri del fumetto), La Gazzetta dello Sport (seconda
uscita della serie Corto Maltese) e la recente collana
Tutto Pratt realizzata da Il Corriere della sera e La
Gazzetta dello sport (volume n. 9).
Per
i collezionisti sicuramente da segnalare i due volumi cartonati editi
sempre dalla Milano Libri che seguono quella consigliata: la
prima pubblicata nel 1982 e la seconda nel 1989. Di quest'ultima (che
riprende la cover dell'edizione consigliata) venne realizzata
un'edizione economica nella collana BUR.
Degna
di nota anche l'edizione brossurata realizzata dalla Mondadori nel
1980.
mercoledì 23 luglio 2014
Omaggio a Rodolfo Valentino!
Su richiesta del cartoonist Alessio Fortunato, il mio personale omaggio a Rodolfo Valentino. Questo disegno si aggiunge agli oltre 90 omaggi artistici dedicati al grande divo hollywoodiano, primo vero sex symbol della storia del cinema.
Il tutto verrà raccolto in una mostra realizzata dal Castellaneta Film Fest, La banda dei Valentino, che verrà inaugurata il 29 luglio alle ore 18:00 presso il Palazzo Baronale di Castelaneta.
QUI tutte le info.
Di seguito il disegno completo e le varie fasi di realizzazione.
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... e con il colore e i vari piccoli dettagli il disegno è finito. |
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... le ombre realizzate con la tecnica della mezza tinta... |
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...Il disegno modificato rispetto all'idea di partenza e inchiostrato... |
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Lo sketch iniziale... |
giovedì 12 giugno 2014
300: Giuseppe Palumbo – Ramarro
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Primo Carnera, 1989 (Italia, Ramarro, 1986) |
“A proposito di
vomito, indovinate cosa ha vomitato per voi l'inferno, stanotte?
Risposta esatta! Zio Ramarro!”
(Dalla
storia The Hell in my mind)
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Giuseppe Palumbo |
Credo di aver associato
spesso il nome di Giuseppe Palumbo alla parola
'miracolo', perché a mio parere quest'artista ha davvero qualcosa di
miracoloso. Come spiegare, altrimenti, un simile talento a soli
ventidue anni, quando nel 1986 dava alle stampe il suo personaggio
più famoso: Ramarro.
E da allora ne ha fatta
di strada, questo artista dal talento infinito; dalle pagina della
rivista più rivoluzionaria degli anni '80 direttamente alla Sergio
Bonelli Editore per disegnare Martin Mystère; poi, alle soglie del nuovo millennio, viene
invitato a cimentarsi con un altro grande personaggio del fumetto
italiano, Diabolik, di cui disegna un remake de Il re de
terrore, e al quale tutt'oggi dedica parte del suo lavoro come
disegnatore.
Quello di Palumbo
è un talento davvero raro, che gli ha dato la possibilità di
collaborare con case editrici come Mondadori e Feltrinelli,
per essere poi addirittura pubblicato in Giappone dalla casa editrice
Kodansha; Palumbo ha realizzato fumetti in veste di
autore completo (Vorrei cantarti una canzone d'amore, Eterna
Artemisia, Uno si distrae al bivio) e disegnato storie di
autori come Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo. Ma
il suo esordio è di quelli che non si dimenticano. Così come
indimenticabile resta il personaggio che lo ha reso famoso: Ramarro,
il primo supereroe masochista.
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La prima apparizione di Ramarro nella short story Tosca la mosca. |
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Due splendide tavole di Ramarro tratte dalla storia La Vergine delle tempesta. |
E permettetemi di dire
che le ultime tavole de La Vergine della tempesta, a
distanza di quasi trent'anni, suscitano ancora una buona dose di
stupore, per la grazia artistica con cui furono realizzate. In quelle
tavole, e in tutte le altre racchiuse in questo epico volume
brossurato della Primo Carnera, c'è tutta la grinta iniziale
di un autore che negli anni si sarebbe imposto come uno dei migliori
nel panorama del fumetto italiano; un vero camaleonte artistico,
capace di stupire disegnando storie con i personaggi più popolari
del fumetto nostrano e arrivando a vertici tecnici altissimi, come
nella storia Miracoli
scritta da Massimo Semerano in cui Palumbo realizza delle
vignette degne di un vero fuoriclasse.
Una classe che Giuseppe
Palumbo ha sempre dimostrato, in un percorso intrapreso fin
da giovanissimo e che tutt'oggi continua grazie a una costante
ricerca di nuove soluzioni artistiche.
Ma credo che
l'intraprendenza con cui l'autore realizzò questo primo ciclo di
storie di Ramarro rimanga unica nel panorama del
fumetto italiano; quella magia artistica, quella fermezza che a soli
ventidue anni lo portò a disegnare come un collaudato professionista
con anni di carriera alle spalle sarà, forse, difficile ricrearla.
Verrebbe da dire: C'era
una volta il fumetto italiano... ma in realtà c'è ancora,
grazie ad autori come Onofrio Catacchio, Sebastiano Vilella
e altri che continuano a credere e ad amare il fumetto.
E come, naturalmente,
Giuseppe Palumbo che, con alle spalle una carriera
quasi trentennale, non smette mai di stupire e conserva ancora quella
straordinaria energia che sprigionava in quelle mitiche tavole del
suo personaggio più amato.
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Lo sguardo malefico di Ramarro. |
Curiosità
La prima apparizione di
Ramarro risale ad una short story intitolata Tosca
la mosca, pubblicata sulla rivista Tempi Supplementari.
Le avventure contenute
nel volume consigliato furono tutte pubblicate sulla rivista
Frigidaire dal 1986 al 1989 ad eccezione della prima
avventura, Il mio nome è Ramarro, pubblicata sulla
rivista Tempi Supplementari.
Giuseppe Palumbo
tornò a disegnare Ramarro su testi di Daniele
Brolli con le storie Seconda pelle e Doppelganger
entrambe pubblicate nel 1992 dalla rivista Cyborg. Mentre nel
1994 il personaggio ritorna in Ramarro nell'inframondo e nella
miniserie di quattro numeri Terre desolate disegnata da
Maurizio Rosenzweig.
Edizione Consigliata
Di certo non eccelsa,
visti i limiti della stampa negli anni '80, ma al momento è l'unica
che raccoglie questo primo ciclo di storie di Ramarro.
Introduzione al volume
consigliato di Giuseppe R. Ferri.
Altre edizioni
Come dicevo al momento
nessuna e sarebbe ora di dedicare una bella edizione a questo
surreale personaggio del fumetto italiano. Imperdibile comunque anche
il secondo volume sempre di Primo Carnera Edizioni, Ramarro
2, pubblicato nel 1991 in cui è possibile ammirare altre storie
di Ramarro.
La storia La
vergine della tempesta è stata pubblicata nel volume n. 28
della collana 100 anni del fumetto italiano pubblicato nel
2010 in allegato al Corriere della Sera.
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Da sinistra: il volume Ramarro 2 pubblicato da Primo Carnera. A destra: il volume 100 anni del fumetto italiano. |
martedì 3 giugno 2014
La passione e il genio: l'intramontabile Rino Albertarelli
"Era una persona che quando s'impegnava, si sforzava sempre di dare il meglio di sé... Da buon romagnolo, era tutto 'fuori', e aveva il dono d'incantare chi lo ascoltava..."
Davvero efficaci le parole della moglie Gida per introdurre un artista geniale come Rino Albertarelli, un uomo nelle cui vene scorreva l'inchiostro, insieme a tanto talento e cultura; un uomo e un artista che oggi non viene ricordato quanto dovrebbe.
Infatti fu proprio Albertarelli a creare il primo personaggio western italiano, Kit Carson, eroe atipico, in controtendenza rispetto ai classici stilemi che volevano l'eroe bello, atletico e invincibile; già nel 1937, mentre creava un anti-eroe avanti negli anni, per niente bello e anticoncezionale, Albertarelli si faceva notare nel mondo dei comics, soprattutto per il tratto fortemente espressivo, caratterizzato da uno straordinario e fitto tratteggio che donava grande plasticità alle figure.
Ma fu l'incontro con il grande sceneggiatore Federico Pedrocchi a permettergli di realizzare un autentico capolavoro, Il Dottor Faust. Ispirandosi all'opera di Goethe, Pedrocchi aveva scritto una storia dal ritmo incalzante, davvero inusuale per il periodo; ma ancor più sorprendenti, per il talento artistico che testimoniavano, furono le tavole di Albertarelli: ricche di un'atmosfera, di un'azione e di un'espressività davvero rare che tutt'oggi riescono ancora a stupire.
Fino al 1948 l'artista ha realizzato una mole non indifferente di storie a fumetti tra le quali Capitan Fortuna e, su testi di Gianluigi Bonelli, La Battaglia di Albracca e Orlando l'invincibile, ispirato al noto poema dell'Ariosto e Big Bill. Amante di Emilio Salgari, non si fece di certo scappare l'occasione di adattare a fumetti il ciclo di Sandokan.
In seguito Rino Albertarelli scelse di dedicarsi completamente all'illustrazione e per oltre vent'anni non realizzò più fumetti, fino al 1973, quando l'editore Sergio Bonelli gli propose di realizzare una serie di biografie a fumetti dei più grandi personaggi del west. Eccolo quindi, dopo un'assenza dal mondo dei comics lunga vent'anni, riprendere in mano i pennini e realizzare I Protagonisti un'opera straordinaria sia a livello grafico che narrativo, lasciando il pubblico stupefatto di fronte alla fedeltà storica con cui narrava e alla noncuranza con cui demoliva alcuni rinomati eroi del west come Wyatt Earp.
Un'opera che termina solo per la prematura scomparsa di Albertarelli, avvenuta purtroppo il 21 settembre del 1974.
Senza alcun dubbio Rino Albertarelli rimane, accanto a Gino D'Antonio, il più grande disegnatore western italiano e uno dei migliori al mondo. Il suo tratto fortemente espressivo riusciva a dare un movimento del tutto naturale ai personaggi, mai statico ma anzi fortemente dinamico.
Rino Albertarelli, che fu costretto a interrompere gli studi per le difficoltà economiche della famiglia ed a ingegnarsi in svariati mestieri come il muratore, il garzone o il burattinaio, dotato di grande passione e forza di volontà, divenne un grande autore di fumetti, dall'invidiabile cultura e dall'inconfondibile genialità.
Un esempio per tutte le nuove e future generazioni di comic author.
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Autoritratto di Rino Albertarelli. |
Rino Albertarelli: tavole a fumetti
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Splendida vignetta tratta da Kit Carson. |
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Tavola da Le tigri di Mompracem di Emilio Salgari lo scrittore prediletto da Rino Albertarelli. |
Il Dottor Faust
I protagonisti
Per approfondire meglio questa bellissima opera di Albertarelli vi rimando al blog Dime Webb in cui potrete trovare una serie di articoli scritti dal bravissimo Francesco Manetti.
Rino Albertarelli: le illustrazioni
La Domenica del Corriere
Varie
Il West di Rino Albertarelli
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I protagonisti: cover n. 1 e 2. |
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I protagonisti: cover n. 3 e 4. |
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I protagonisti: cover n. 5 e 6. |
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I protagonisti: cover n. 7 e 8. |
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I protagonisti: cover n. 9 e 10 |
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Cinque splendide illustrazioni con cui Rino Albertarelli rappresenta il West. |
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Al Capp (a sinistra) con Rino Albertarelli a Bordighera nel 1965. |
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Da Sinistra: i disegnatori Santo D'Amico, Burne Hogarth e Rino Albertarelli. |
” Un discorso a parte certamente merita Rino Albertarelli per la mole della sua produzione, per la continuità della sua partecipazione, per la qualità dei risultati ottenuti. Quando si parla di fumetti italiani di quel decennio e se si vuole accennare ai buoni risultati ai quali si giunse negli anni precedenti la seconda guerra mondiale ed anche nel corso della stessa, si finisce inevitabilmente per citare il nome di questo grande artista che si affermò come formidabile disegnatore ma anche come gagliardo narratore e soggettista. Sicuramente ad Albertarelli il linguaggio dei comics fu congeniale e alle sue indubbie doti naturali di disegnatore ed illustratore egli aggiunse lo sforzo continuo ed entusiasta per esprimersi attraverso un mezzo espressivo che andava affinando in continuo crescendo anno dopo anno. A lui spetta il merito, insieme a pochissimi altri, di aver creato opere di narrativa grafica con caratteristiche specifiche di scuola italiana."
(Rinaldo Traini)
Per leggere il tributo di Rinaldo Traini a Rino Albertarelli cliccate qui.
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