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Orient Express-I protagonisti n. 15, 1986 (Italia, La lacrima di Timur Leng, 1986) |
“...Chiedetemi
ogni tipo di risarcimento perché si possa intuire un sorriso sotto
quella maschera che portate...”
“Siete molto
gentile: vi do atto che anche nella giungla le buone maniere hanno il
loro peso!”
(Dialogo
tra il Collezionista e la signora dal viso bianco)
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Sergio Toppi fotografato da Joe Zattere. |
Del resto provateci voi a
spiegare come sarebbe possibile non innamorarsi delle tavole del
grande maestro milanese: come non rimanere esterrefatti di fronte
alle sue tavole, alla loro composizione, a quella mescolanza di segni
grafici forse unica al mondo. In realtà non serve guardare una sua
intera opera; basterebbe una sola tavola per capire che siamo di
fronte a qualcosa che era unico e lo rimarrà per sempre.
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Una delle tavole in versione B/N. |
E che personaggio
seriale; ad avercene di personaggi come questo, particolare e ambiguo
raccoglitore di oggetti talmente preziosi che vale davvero la pena
rischiare la vita per possederli.
Ad avercene di storie
come La lacrima di Timur Leng in cui il maestro Toppi
ci regala uno dei vertici della sua carriera, andando così
ad arricchire il già vasto calderone magico degli anni '80, quando
stregoni del calibro di Magnus, Pazienza, Giardino,
Battaglia, Micheluzzi, Berardi, Milazzo
estraevano vere e proprie magie di carta pronte a stregare
letteralmente il pubblico.
Sinceramente (come per
altri personaggi per cui bisogna fare delle scelte) se avessi scelto
“Il calumet di Pietra Rossa” o “L'obelisco della terra di Punt”
vi garantisco che avreste amato ugualmente un personaggio come il
collezionista. Tuttavia la mia scelta cade sulla terza avventura
realizzata da Toppi per una serie di motivi: inutile
dirvi: per la qualità della storia; altrettanto inutile ribadire:
per la qualità (eccelsa) dei disegni. Ho scelto La lacrima di
Timur Leng perché in essa Toppi dà vita ad
un'antagonista degna di nota: la Signora dal viso bianco, una
femme fatale perfida e calcolatrice, che non esita ad ammazzare, con
metodi degni della miglior crudeltà, con la stessa freddezza
disegnata sulla maschera bianca che le copre il volto. Tutto è
bianco in questa donna: il suo vestito, i suoi guanti, il suo
cappello; il bianco, simbolo di pace e purezza diventa invece
l'emblema del terrore e della cattiveria.
Del resto in questa, come
anche nelle altre cinque storie del Collezionista, non c'è posto per
gli eroi; lo stesso protagonista si presenta al lettore come un uomo
strano, per certi versi ambiguo, per altri un eroe inusuale e
arrivista. In questa storia vuole a tutti i costi impossessarsi della
lacrima di Timur Leng, una preziosa pietra nata dall'unica
lacrima versata da un feroce condottiero mongolo; grazie alla sua
ricchezza cerca di comprare il segreto dall'uomo che ha nascosto la
pietra; non esita a nutrire sentimenti di vendetta (come nel
bellissimo finale) anche se lo fa con l'animo del gentiluomo che non
vuole mai infliggere la morte se non vi è costretto. E non esita
nemmeno quando c'è da compiere una buona azione come nella sequenza
della condanna a morte di un uomo voluta dalla Signora dal viso
bianco, in cui si espone in prima persona. Ma questi eroi sono
gli eroi di Sergio Toppi: disillusi come il sergente
Whiteman dello splendido L'uomo delle paludi; pieni di
speranza e tenacia come la principessa Sharaz-de; misteriosi
ed enigmatici come il Collezionista, testimonianza di
come l'arte nella sua forma massima incontri una forma popolare come
il fumetto, generando così un autentico capolavoro.
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Una delle splendide tavole con i due protagonisti della storia: Il Collezionista e la Signora dal viso bianco. |
Curiosità
La lacrima di Timur
Lang fu la terza avventura del Collezionista.
Le altre sono (in ordine cronologico): Il calumet di Pietra Rossa,
L'obelisco della terra di Punt, Lo scettro di Muiredeagh e
La collana di Padmasumbawa, tutti pubblicati nella collana
Orient Express – I Protagonisti tra il 1984 e 1986 a
eccezione delle ultime due avventure che furono pubblicate sulle
riviste Comic Art ed Eternauta verso la fine degli anni
'80.
Edizione consigliata
Senza dubbio non è la
migliore per qualità di stampa; ma questi piccoli grandi albi della
serie I Protagonisti testimoniano un grande periodo del nostro
fumetto e vale la pena recuperarli dal primo all'ultimo. Il colore,
dato dallo stesso Toppi, è caratterizzato da una scala
cromatica fatta di colori tenui che esaltano il bianco totale della
Signora dal viso bianco.
Altre edizioni
Sicuramente quella delle
Edizioni DI (Grifo Edizioni) che ha racchiuso tutte le cinque
storie in eleganti volumi cartonati dalla raffinata stampa in bianco
e nero.
La storia consigliata
compare anche nel volume Sergio Toppi della serie I
classici del fumetto di Repubblica”.
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A sinistra: l'elegante volume a opera delle Edizioni Di. A destra: l'omaggio a Sergio Toppi nella collana I classici del fumetto di Repubblica. |
Interessante segnalazione come sempre, solo un dubbio: secondo te i colori della collana I Protagonisti venivano effettivamente dati dai disegnatori o mettevano di default la dicitura che anche i colori erano loro? Perché in effetti a sfogliarli (anche quelli di Tacconi) mi sembra che ci sia sempre la stessa mano, quella di Laura Battaglia.
RispondiEliminaMa potrebbe anche darsi che a causa delle limitate possibilità cromatiche per le ragioni che hai segnalato fossero proprio loro, o che si limitassero a dare indicazioni.
Ciao Luca,
Eliminainteressante segnalazione la tua... In effetti guardando la stesura del colore la mano potrebbe essere quella della grande Laura Battaglia che potrebbe aver realizzato la colorazione secondo indicazioni di Toppi. Al tempo (presumo fino a quando non sono arrivati i primi esperimenti di colorazione al computer negli anni '90 credo) si usava colorare sul retro delle tavole o su delle copie, anche perché la colorazione era abbastanza semplice e piatta.
Jacovitti ad esempio dava solo le indicazioni e poi il colorista eseguiva. Nella collana Un Uomo un'avventura (sempre della Bonelli) buona parte delle colorazioni furono realizzate da Ugo Pietrafitta (in genere quelle relativamente semplici) mentre nel caso dei volumi di Crepax o Milazzo furono riportati i loro nomi, nel caso di Battaglia quello della moglie Laura...
Insomma chissà cosa avveniva nelle redazioni quando il fumetto si faceva veramente bene... :)
Grazie come sempre e a presto!!